Percorso sull’affettività. Terzo appuntamento

“Dio è amore” (1 Gv 4,16) è la definizione più luminosa e più chiara di Dio che troviamo nella Scrittura. Dio si rivela come dono gratuito e inesauribile, amore che trabocca e raggiunge tutti. È l’annuncio di gioia con il quale ha avuto inizio il terzo appuntamento del percorso sull’affettività promosso dalla Pastorale Giovanile e dal Centro Diocesano Vocazioni.
L’incontro si è svolto nella serata di venerdì 12 aprile presso la parrocchia del Santissimo Crocifisso in Chieti Scalo, l’Oratorio “Frassati” in Selva Di Altino e la parrocchia di San Marco in Vasto. I giovani partecipanti radunati nei tre diversi luoghi, ponendosi in ascolto di alcuni successi musicali del momento, hanno potuto riflettere sul significato che comunemente viene dato alla parola “amore”, talvolta usata in modo inappropriato e spesso privata del suo essenziale valore.
Cosa vuol dire “amare”? Siamo capaci di amare? Come e dove si impara ad amare? Interrogativi così tanto profondi, più o meno consapevolmente ci accompagnano e inquietano quotidianamente: il cammino proposto ai ragazzi, infatti, ha avuto come obiettivo proprio quello di far affiorare domande e suscitare il desiderio di imparare a guardare se stessi e gli altri con occhi nuovi, nella certezza che “a quanti lo accolgono, Dio dà il potere di diventare suoi figli” (Gv 1,12), con il suo stesso DNA, liberi da ogni paura e timidezza, capaci di amare e di diffondere il profumo della bontà di Dio nel mondo.
Ad ognuno di noi, come per l’apostolo Pietro, accade di vivere l’amara esperienza del tradimento (Mt 26,69-75; Mc 14,66-72; Lc 22,54-62; Gv 18,12-27). Quando entriamo nel peccato e poi ne prendiamo coscienza, possiamo inizialmente sentirci smarriti e spaventati, a tal punto da essere tentati di chiuderci in noi stessi e di innalzare muri per proteggerci da chi, volendo per noi il vero bene, sembra minacciare le nostre sicurezze. Ma il Signore conosce il cuore fragile e ferito dei suoi figli: nella sua infinita misericordia continua ad avvicinarsi a noi e, pieno di tenerezza, come fece con Simon Pietro, ci domanda: “Mi ami? Mi vuoi bene?” (cfr. Gv 21). Il Signore non perde mai la fiducia verso di noi e sa, che per il dono del suo Spirito, siamo capaci di amare come Lui ci ama.
Accogliamo con gioia l’invito ad imparare l’arte di amare, perché si realizzi la promessa della reciproca comunione: noi in Dio e Dio in noi. Occorre “rimanere” in questo amore attivo, dinamico e creativo, perché solo in Dio, la vita dell’uomo, piena di crepe e spaccature, trova la sua unità, pienezza e perfezione.

Laura  Valentini